sabato 19 novembre 2011

Da solo.

Da solo, ho viaggiato in macchina per tanti chilometri,
alla mia sinistra, in mezzo al nero, la luna mi ha fatto compagnia sorridendomi.
Mi sono fermato, ho bevuto una birra seduto a un tavolino e son ripartito.
Da solo, ho corso con in faccia il sole e ho pensato che baciasse i belli
poi mi son risposto: “vallo a dire a chi abita nel sud del mondo”.

Da solo, ho scavato dentro di me,
mi sono perso nella malinconia,
ho riso, letto, scritto, ascoltato musica.
Ho pensato, pensato, pensato,
ho guardato la televisione per ore,
sono andato al cinema.

Da solo, mi son fermato al semaforo.
Ho visto Milano cambiare.
Prima è diventata rossa, poi grigia, poi nera,
ma una parte di lei è sempre stata indifferente.

Dentro la macchina, mentre ho aspettato il verde
mi son messo a guardare i volti delle donne.

Non solo perché mi piacciono.

Ho notato una moltitudine di etnie,

Ogni lei, è diversa dall’atra,

Una folla di colori, ha attraversato la strada sulle strisce pedonali.
In loro ho notato un’espressione intelligente,

sicuramente sono più interessanti di noi uomini.

Nei loro occhi, nei nasi, nelle labbra,
la serietà, il rigore, la ricchezza d’animo, la responsabilità è spiccata in mezzo al vialone.

Se dovessi immedesimarmi in una donna,
lo farei mentre affronto e faccio la guerra,
perché loro si scontrano da quando son nate
e chi non lo fa, rimane soltanto una brutta copia di un uomo.
Loro, mi hanno insegnato molto.

Da solo, ho conosciuto te.
Da solo, ho camminato sotto la pioggia,
mi sono riposato, ho ricaricato il desiderio,
l’ho affermato, mi sono riacquistato.
Per prendere in pugno e ritornare protagonista della mia esistenza,
son dovuto stare da solo.

Ho vagato nella vita dei miei fratelli e delle mie sorelle
deliziandomi dei momenti d’armonia collettiva,
ma gelosamente, ho sempre cercato attimi segreti di solitudine,
per riconquistare me stesso in mezzo alla mia banda.

Da solo.

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