martedì 19 giugno 2012

Vorrei.

Vorrei ascoltare un pezzo ska,
seduto davanti ad una casetta in riva al mare.
Vorrei che al posto della porta ci fosse una tendina fatta di canne di bambù
e, all'interno,
vorrei pochi mobili,
un paio di stanze, un letto a due piazze,
una cucina e un computer.

Vorrei che la sedia davanti alla casetta
fosse fatta di legno e paglia.
Vorrei avere fra le dita della mano destra,
una canna di maria e nella mano sinistra una Heineken
e che, senza fretta, ad aspettarmi al tramonto, ci fossero, al chiosco di fronte al mare,
Karl Marx, Dax, il Che, Rosa Luxemburg e Jim Morrison,
per bere tequila tutta la notte e brindare al nuovo collettivo appena nato.

Vorrei rivedere le camionette in fiamme,
vedere un blocco unico compatto, deciso,
maturo nel comprendere che tutti i gruppi, se facessero un passo indietro,
insieme, potrebbero farne due in avanti.

Vorrei conoscere una ragazza mai vista e innamorarmi.
Vorrei che il vorrei non esistesse,
vorrei vedere l’impossibile diventare realtà,
anche se son cresciuto ripetendomi sempre
che, Impossibile non è mai esistito e che il lavoro paga.



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