domenica 16 agosto 2015

Desiderio di libertà


Quando ho pensato di unire la musica con il mio vissuto,
il divertimento con la socialità, il vizio con il piacere,
la militanza con la fratellanza odiando tutte le formule che portano ad una fede piuttosto che al ragionamento.

Quando ho pensato di unire la sbronza con gli amici con la gioia di vivere,
la ribellione con il cambiamento, la violenza con l’amore per la vita,
l’antifascismo come un atto di pura sovversione che comprende l’antisessismo e l’annientamento del razzismo;
il teppismo con la rabbia di chi ha subito, la coscienza con l’esperienza,
l’amore con il rispetto, la strada con i bar,
i cortili con i palazzi, il portinaio con l’elettricista, il muratore, l’idraulico, il corriere.

Quando ho pensato di unire l’ombra degli alberi con il maratoneta,
la ragazza con la ragazza, il ragazzo con il ragazzo, la ragazza con il ragazzo,
il collettivo con il movimento, il partito con la gente, l’artista con le pistole,
il libro con la rabbia, il sogno e la vita; la poesia con la fantasia, la schiettezza, l’impressione, il coraggio, la sincerità.

Quando ho pensato di unire tutto questo hanno sempre cercato di diffamarmi, arrestarmi, uccidermi, cancellarmi.

Quando ho pensato di unire, ho iniziato a pensare in plurale e da quando abbiamo pensato, sognato e in comune realizzato, hanno sempre cercato di diffamarci, arrestarci, ucciderci, cancellarci,

ma ancora non ci sono riusciti.

 

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