Probabilmente rimarrò solo, solo con
il mondo, con i bar, con le strade di notte, con gli autogrill della domenica
mattina e con l’alba che vorrebbe passare tra le tapparelle o la luce accecante
del primo giorno, mentre barcollando vado a dormire.
Probabilmente rimarrò solo, perché
amo solo alla follia,
e appena arriva la malinconia, la
prendo e la porto in mezzo al casino, finché non mi lascia la mano e se ne va
via, perché son sempre quello che beve un pochino di più, che canta con gli
amici, che non si stanca di essere felice e non crede che con l’età che avanza,
tutto finisca.
Solo, rimarrò solo perché sono infantile e
scrivo ancora di getto, anche se sono in metropolitana, in macchina, al bar, in
una festa in Campana; correggo solo gli errori, non aggiungo altri colori,
piuttosto ne scrivo un’altra e poi un’altra, finché non arriva smagliante,
fresca, dolce, vestita, abbottonata, spavalda, ubriaca, la mia poesia.
Non m’importa se rimarrò solo senza
di te o di te o di un’altra, avrò sempre fratelli ovunque perché so amare, avrò
sempre sorelle che mi hanno voluto abbracciare, baciare, voluto bene, raccolto,
maledetto, ringraziato.
Non ho bisogno di falsi amori, di
uscite a cuori, di storie paranoiche in cui io sarei lo psicologo, il prete,
la puttana, il giocatore, l’attore, il muratore.
Non ho bisogno di tutto questo.
Probabilmente rimarrò solo perché non
ho saputo prevedere, non ho colto, non ho colpito, non ho percepito, non ho
pensato, non me ne son fregato della mia voglia di esplodere decidendo io per
me, scegliendo io di cambiare, senza tornare indietro.
Rimarrò solo, solo con il modo, con i
bar della domenica mattina, le raccomandate che portano guai, il giorno che non
mi fa più male, perché lo so prendere, adesso ci so parlare, lo so affrontare,
non ho più paura di sbagliare.
Solo, rimarrò con la notte, le luci
di una città che cambia, la birra che bevo sempre meno, le ragazze più giovani
che rispetto come farebbe un signore anziano.
Solo con tutti voi, che conosco
sempre dopo.
E dopo tutto, voi, per non finire.
Solo, rimarrò in questa splendida
avventura.
Il destino non mi sta dando lei, te e
un’altra, ma in fondo che cambia e cosa conta se alla fine non ricordo più il
vostro sorriso, la vostra voce, il tuo profumo. Si vede che non ci siamo mai
annusati e tutto è stato un’infatuazione, calore, chimica, voglia di morire, se
solo lo avessi chiesto, l’amore è e deve essere questo, anche se dura poco.
Ma l’altra faccia della medaglia mi
ha regalato l’incoscienza del desiderio che fa guardare in alto, quando guardi
dritto e fa meravigliare quando apri gli occhi davanti a piaceri appena
scoperti, mai sognati, appena arrivati.
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